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Affrontare i sensi di colpa

di Antonio Mazzetti

Indice

Riconoscere i sensi di colpa

In un altro articolo abbiamo parlato di come si formano i sensi di colpa e quanto essi siano limitanti per la nostra vita e per la nostra crescita evolutiva; qui parleremo più diffusamente del metodo per uscirne.

Esistono vari livelli di consapevolezza dei propri sensi di colpa. Ci sono sensi di colpa che conosciamo, altri di cui conosciamo la parte più pesante e invalidante, altri che neghiamo totalmente giacché non li "sentiamo".

Per questo motivo è molto difficile liberarsi da soli dei nostri sensi di colpa e raccomandiamo di farsi aiutare da una guida.

Anzitutto bisogna stabilire quanta coscienza abbiamo dei nostri sensi di colpa. Per fare ciò basta sottoporci a piccoli test relativi all’aggressività e alla sessualità, come ad esempio: provare a gridare, dire parolacce, oppure parlare di sesso in modo schietto e approfondito, e quindi analizzare come ci sentiamo a fare questo di fronte a un’altra persona.

Stabilito se e quanto rimuoviamo i nostri sensi di colpa, è opportuno dare una definizione di senso di colpa.

Il senso di colpa lo definiamo come una sensazione vaga o precisa di essere colpevoli di qualcosa di definito o indefinito, di qualcosa che abbiamo fatto o non fatto, e per il quale saremo certamente puniti in maniera atroce e terrorizzante.

La punizione è sempre il rifiuto e il ritiro dell’amore materno. Ma tutto questo di solito è assolutamente sconosciuto alle persone, perché quasi nessuno ricollega al passato le proprie sensazioni odierne.

Pertanto è fondamentale collegare i sensi di colpa con la relazione materna dei primi cinque anni di vita, tenendo presente che la punizione corrisponde al rifiuto e al ritiro dell’amore materno e che un bambino molto piccolo vive tale ritiro e rifiuto come una minaccia di morte.

Il senso di colpa si può spesso nascondere dietro la mancanza di desideri, oppure dietro frasi del tipo «no, questo non mi interessa», «non mi piace» o «non mi va».

Queste frasi nascondono spesso una proibizione inconscia, le frasi o la mancanza del desiderio sono meccanismi di difesa per non entrare in contatto con la paura e la minaccia materna nonché con l'impotenza di non poter fare certe cose, cioè le cose di cui ci sente in colpa.

Quindi la prima cosa da fare, con l’aiuto di una guida, è conoscere e ri-conoscere i propri sensi di colpa, con indagini introspettive, ammettendo le proprie paure, incapacità, debolezze, o le proprie mancanze di desideri, rinunciando un poco al perfezionismo e all’ideale dell’Io.

Liberarsi dai sensi di colpa

Io personalmente propongo inizialmente di cercare di conoscere i sensi di colpa senza tentare di superarli, almeno per un certo periodo di tempo, poiché altrimenti questi si rinascondono nell’inconscio vanificando tutto il lavoro fatto in precedenza e rinforzando le difese contro la presa di coscienza.

Quando la conoscenza e l’entità dei sensi di colpa nonché la portata della castrazione genitoriale è sufficientemente accettata e consolidata, solo allora propongo di iniziare a lavorarci sopra per tentare di liberarsene.

A questo punto però ci sono tre punti che devono essere chiari e accettati:

  1. i sensi di colpa derivano dal rapporto con la madre e con le autorità sociali della primissima infanzia;
  2. sotto ogni senso di colpa c'è sempre il terrore dell’abbandono materno e quindi la paura di morire;
  3. i sensi di colpa limitano pesantemente e profondamente la nostra vita e la nostra serenità poiché impediscono la realizzazione del progetto del sé e obbligano a seguire invece i compromessi inconsci con la propria madre (interiorizzata).

In sintesi la nostra metodologia per liberarsi dai sensi di colpa è riconducibile ai seguenti punti:

  1. conoscere e ri-conoscere i propri sensi di colpa;
  2. calpestare i propri sensi di colpa (cioè fare l’azione “proibita”) per liberarsene;
  3. fare le azioni proibite soprattutto in forma simbolica e con l’aiuto di una guida evitando, per quanto possibile, ogni forma di distruttività verso sé stessi e verso gli altri. Nel caso vi sia della distruttività è fondamentale riconoscerla e assumersene la piena responsabilità;
  4. l’azione proibita di solito non riesce, per diverse volte, perché c’è troppa paura. Noi insegniamo la differenza fra lo sforzarsi e il violentarsi, l’uno è sempre necessario, l’altro invece è assolutamente dannoso perché rinforza la resistenza. Pertanto quando non si riesce a calpestare i propri sensi di colpa è necessario perdonarsi, poiché il bambino interiore ha bisogno di ricevere amore e perdono da parte dell’Io sano, prima di riuscire a liberarsi dell'attaccamento alla madre che i sensi di colpa rappresentano;
  5. è necessario a volte accettare per lungo tempo l’impotenza di non riuscire a sconfiggere determinati sensi di colpa, prima di potersi liberare di loro. Se non impariamo a perdonarci le nostre incapacità non riusciremo mai a liberarcene veramente e anzi nascondendole nell’inconscio, faremo finta di averle superate e di essere liberi, ma saremo solo nella menzogna esistenziale. Impariamo a perdonarci lavorando sulla complicità, cioè accettiamo le nostre incapacità ma percorriamo costantemente nuove strade per cercare di superarle;
  6. se si riesce a calpestare i propri sensi di colpa è necessario esaminare anche altri comportamenti. Infatti spesso si riesce a eseguire “azioni proibite”, ma si ricorre all'aiuto di importanti meccanismi difensivi per poterlo fare. Di tali meccanismi ho già parlato in un articolo precedente, li ricordo qui brevemente: ridere, chiudere gli occhi, irrigidire il corpo ecc;
  7. il lavoro sui sensi di colpa va continuato con molta costanza e determinazione anche quando si lavora su di essi da molti anni.

Riporto ora una scaletta riepilogativa che ognuno dovrebbe conoscere e applicare a sé stesso. La trovate già nell’articolo citato prima:

  • Mi sento in colpa.
  • È un senso di colpa?
  • Da quale proibizione materna diretta o indiretta mi deriva?
  • Se non lo affronto e non costruisco qui e ora un progetto per uscire da questo senso di colpa che sento oggi, mi assumerò una colpa reale contro la mia persona e la mia coscienza.
  • Nel fare il progetto di liberazione, devo tener presente sia il grado di libertà che possiedo, sia il concetto di perdono che quello di complicità.
  • Soprattutto non devo mai scoraggiarmi, poiché il lavoro sui sensi di colpa è lungo e difficile, ma ripaga sempre con benessere e libertà.

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