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La vita come dono

di Laura Rita

Indice

Dalla vita come furto alla vita come dono

Se immaginiamo la vita come un continuum, potremmo mettere all’inizio la vita donata, poi la vita che ci viene rubata, quindi la vita che rubiamo e infine, come occasione evolutiva, la vita che chiediamo in dono e non come diritto o risarcimento.

La vita come dono è l’opposto della vita come furto.

Arriviamo alla vita come dono cercando di capire, prima, cosa significa la vita come furto.

Il furto è l’impossessarsi di qualcosa che appartiene ad altri. In sostanza significa prendere o pretendere qualcosa senza fare la fatica di conquistarla e guadagnarla.

Molti assumono questa posizione ma la nascondono a sé stessi e agli altri, il più delle volte inconsciamente.

La loro è una posizione passiva, orale e rimossa, in cui non sentono la spinta o la motivazione e la nascondono dietro al disinteresse (vedi La volpe e l’uva).

Perciò queste persone per poter evolvere e arrivare alla vita come dono, debbono innanzitutto far emergere e poi esprimere la loro pretesa nascosta, la loro convinzione di avere il diritto di essere amati, sostenuti, riconosciuti, rispettati ecc.

Quando si manifesta finalmente la pretesa si ha l’opportunità di vederla, riconoscerla, e per un certo periodo sarà necessario agirla consciamente per sentire i sensi di colpa e liberarsene.

L’odio che è il motore della pretesa li renderà più forti, egoici e meno falsamente umili e onesti.

Sono molti gli esempi di chi apparentemente vive la vita come un dono ma in realtà ruba solo di nascosto.

Ma perché rubiamo?

Prima di tutto perché siamo stati derubati.

Ciò che la madre ci ha preso nell’utero non lo abbiamo dato per scelta, perciò ci è stato sottratto con la violenza.

L’incesto uterino è la prima esperienza che facciamo della relazione con un tu e non avviene sotto l’insegna del dono.

Le modalità dell’incesto si radicano profondamente in noi e quando durante l'allattamento e in seguito, invece di essere nutriti disinteressatamente veniamo divorati, impariamo, vendicativamente, a divorare e a estorcere.

È una catena infinita che, come dice Mercurio, crea milioni di bocche affamate le quali hanno fame di cibo, di potere, di riconoscimenti, di successo.

È una fame che non si può saziare perché l’obiettivo non è la sazietà ma la fame stessa, la quale diviene un atto d’accusa alla madre e al mondo che, insieme alla pretesa di essere risarciti, inquina la nostra anima con l’odio distruttivo e ci rende colpevoli e infelici.

Il furto, oltre ad essere frutto della pretesa di risarcimento, è figlio dell’ideale di perfezione che, come dice Louise Hay, ci perseguita dall’interno giudicandoci incapaci, inetti, indegni.

Quando rinunciamo ad essere sfamati e risarciti e ci disponiamo a nutrirci con le nostre forze, scopriamo quanto siamo limitati e imperfetti e solo il perdonarci e il perdonare chi, con la sua limitatezza ci ha reso così, ci permette di incamminarci sulla via della vita come dono.

La vita come dono

La vita come dono è prima di tutto la capacità di donarsi a sé stessi e agli altri.

In questo non c’è calcolo o opposizione, non c’è giudizio, non c’è aspettativa.

Questo è un processo in cui si fa morire e si trasforma il proprio orgoglio e l’odio della chiusura e della diffidenza in energia spirituale e amore.

Il senso di isolamento, di mancanza e di malessere è sostituito dalla percezione di un senso di unità con l’altro e, attraverso l’altro con l’Universo.

Ma questo è possibile solo perdonandoci e perdonando, per-dono, appunto.

La vita non ci appartiene, come l’amore degli altri non ci spetta di diritto.

Quando siamo pronti a riconoscere i nostri difetti e i nostri limiti possiamo chiedere alla vita e agli altri, umilmente, di aiutarci.

Se chiediamo, riconoscendo il diritto dell’altro di non soddisfare la nostra richiesta, usciamo dal ruolo di vittime/vendicatori, ma soprattutto, ogni volta che si accetta come altrettanto valido il diritto dell’'altro si esce finalmente dall’io fetale onnipotente e si nasce.

Così il continuum: vita donata, vita rubata, vita che rubiamo diviene infine, una spirale in cui ogni volta, chiedendola e donandola ci ridoniamo la vita e una nuova nascita.





Sigmund Freud

Wilhelm Reich

Osho Rajneesh

Antonio Mercurio

Louise Hay

Federico Navarro

Antonio Mazzetti

Laura Rita