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Di Claudio Faggi

Definizione

Lo spostamento è quel processo inconscio che connette la minaccia derivante da un impulso interno a una situazione esterna che viene sentita come la fonte di quella paura.

Quindi una minaccia che non può essere rimossa viene percepita come un pericolo esterno. Ciò fa sì che l’oggetto su cui è spostata la minaccia non è più connesso con la vera causa e ciò consente di circoscrivere l’angoscia.

Le fobie

Il meccanismo dello spostamento appare nella sua forma più chiara nelle fobie. L’impulso che minaccia di raggiungere la coscienza viene spostato, cioè connesso a una situazione esterna, che pur essendo un’adeguata rappresentazione simbolica dell’impulso, ne è sufficientemente dissimile da depistare il soggetto.

È impossibile enumerare tutte le situazioni fobiche. Le principali possono essere raggruppate in tre grandi categorie:

  • fobia dello spazio: si manifesta con la paura di uscire, angoscia delle strade, con la paura degli spazi aperti (agorafobia), o degli spazi chiusi (claustrofobia). Varietà di questa categoria sono la cosiddetta vertigine fobica (paura delle montagne, degli ascensori, dei piani alti); la paura dell’oscurità (vissuta come spazio minacciante); dei mezzi di trasporto (ad esempio degli aerei o dei treni di cui soffriva Freud); paura della folla (ma anche di parlare o comparire in pubblico);
  • fobie come residui della prima infanzia: paura dei grossi animali conosciuti dal bambino per esperienza diretta o attraverso racconti (cani, cavalli, leoni, lupi ecc.) immaginati in atteggiamenti minacciosi pronti a divorare e inseguire;
  • fobie come residui della seconda infanzia: paura degli animali piccoli (topi, insetti ecc.), la cui minaccia per l’integrità del corpo genera repulsione.

Tutte queste situazioni, così diverse e incomprensibili se sono viste dall’esterno (come stiamo facendo), diventano invece molto simili se sono viste dall’interno, cioè come sono vissute dalla persona. Il punto infatti è sempre lo stesso, spostare l’angoscia in un alibi.

Questo è il motivo per cui i segni sono sempre diversi ma occorre proprio che lo siano per mettere il soggetto fuori strada e rendergli sopportabile l’angoscia reale.

Quindi spostandosi sull'angoscia fobica di uscire oppure di incontrare un cane, il sintomo nevrotico permette la lotta contro un’angoscia sostitutiva dell’angoscia profonda. Quest’angoscia sottostante ha proprio il valore di sensazioni interne sconfessate, poichè si tratta di pulsioni sessuali o pulsioni aggressive.

Io mi permetto di aggiungere che nella maggior parte dei casi probabilmente si tratta di angosce dovute a vicissitudini intrauterine, poiché tutte le fobie sono legate a situazioni visive e quindi agli occhi. Come nella conversione, la fobia rappresenta sia la difesa dall’impulso sia l’espressione in forma simbolica dell’impulso stesso.

























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