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La pretesa orale

Di Antonio Mazzetti

Indice

Definizione di pretesa orale

Definiamo pretesa orale il naturale diritto del bambino a essere esaudito nei suoi bisogni naturali ed elementari dei suoi primi 6 mesi di vita.

In tale periodo, il bambino non può esprimersi che attraverso il pianto o il sorriso esprimendo così il suo disagio oppure la sua soddisfazione. È pertanto compito della madre o di chi altri accudisce il bambino, essere in grado di esaudire i bisogni stessi del bambino senza alcuna richiesta specifica dello stesso.

Purtroppo affinché ciò accada è necessario che la persona a cui il bambino è affidato, generalmente la madre, sia una persona in grado di conoscere sé stessa, appagare i propri bisogni e quindi di conseguenza sufficientemente armonica e centrata su sé stessa; solo così infatti può avere un sano processo identificativo con il bambino invece di una identificazione proiettiva nevrotica.

Ciò avviene assai di rado e in misura molto ridotta e insoddisfacente. È opportuno quindi sapere che una madre non ben in contatto con sé stessa non può essere in contatto sano con nessun altro, figuriamoci con un bambino piccolo che ancora neppure parla.

Questo stato di cose genera profonde incomprensioni che faranno del bambino un bambino oralmente insoddisfatto; ciò determinerà che la pretesa orale rimarrà attiva in lui in misura proporzionale alla mancata soddisfazione naturalmente attesa.

Per esempio: se quando il bambino ha caldo, viene coperto, se quando ha freddo, viene scoperto, se ha fame viene lavato, se è sporco viene sfamato ecc. Cose che accadono molto spesso con madri che seguono pedissequamente le direttive asettiche e meccaniche di alcuni pediatri o puericultrici, è abbastanza comprensibile come la naturale pretesa orale rimanga spesso insoddisfatta, rimanendo attiva quando il bambino sarà divenuto adulto o addirittura anziano.

È bene tuttavia ricordare che le cose di cui il bambino ha più bisogno sono amore e sano contatto fisico.

La pretesa orale nell’adulto

In presenza di una madre carente e immatura negli aspetti sopra evidenziati, si genererà una profonda aspettativa inappagata nel suo bambino.

Ne deriverà un adulto che tenterà di farsi appagare dal partner o dai figli o comunque dagli altri quei bisogni antichi con pretesa orale, ossia pretendendo in ogni modo la soddisfazione di tali bisogni, poichè ritiene l’appagamento di essi un diritto naturale non rispettato.

È anche opportuno precisare che la pretesa orale nell'adulto può presentarsi in tre modi fondamentalmente diversi che sono:

  • pretesa rimossa;
  • pretesa espressa;
  • pretesa risolta.

La pretesa orale rimossa si presenta apparentemente inesistente, tuttavia esistono diversi indicatori comportamentali che la indicano molto chiaramente.

Anzitutto l'individuo che ha una pretesa orale rimossa non sa chiedere, e mostra di accettare ogni no con molta serenità che è tuttavia superficiale e con finta accettazione.

Inoltre la paura che ha dentro di sé in modo inconscio di esprimere rabbia e odio qualora emergessero in risposta a un no ricevuto, impediscono a queste persone di esprimere o addirittura di percepire i propri desideri, e di esprimere richieste per la propria persona.

Spessissimo se interrogate rispetto a cosa desiderino in relazione a due o più cose, quindi se richieste di operare una scelta, rispondono con le frasi classiche «per me è uguale»;, «non mi fa né caldo né freddo», oppure «a me sta bene tutto».

Sono persone con gravissime difficoltà a esprimere rabbia nel caso ricevessero un no e quindi hanno una forte resistenza ad assumersi il proprio odio.

La pretesa orale espressa si presenta in quelle persone che non accettano mai alcun no e che per ogni no ricevuto fanno infinite questioni con l’unico scopo di aggirare in ogni modo il no ricevuto facendolo diventare un .

La pretesa espressa, mi appare comunque a un livello più avanzato di quella rimossa poiché è più facile per l’individuo riconoscerla e assumersela, premessa necessaria per tentare di scioglierla e superarla.

La pretesa orale risolta si presenta nelle persone che rispondono a un no talvolta con dispiacere, ma mai con violenza e rabbia espressa o nascosta.

Chi ha risolto la pretesa prova con autentico amore a trasformare il no in un , ma se non riesce nell’intento rinuncia serenamente all’appagamento, oppure lo esaudisce in un modo alternativo, ad esempio con un’altra persona disposta a dire .

È quindi una persona capace di trovare alternative che gli consentano di esaudire, in modi costruttivi e non violenti, i propri desideri e bisogni, anche infantili, a cui qualcuno abbia opposto un no.

Frasi che comunemente si ascoltano nei discorsi tra le persone: «Ma lui/lei mi deve capire» oppure «ma lui/lei non mi capisce» sono quindi espressioni indicative di una chiara pretesa orale.

Riassumendo quanto detto finora, la pretesa orale è naturale solo nei primi sei mesi di vita, e qualora fosse ancora attiva nell’età adulta ciò è dovuto a un non soddisfacente appagamento di essa nel naturale sviluppo dei suoi primi mesi di vita.

È necessario allora che l'individuo prenda coscienza della sua pretesa ogni volta che si presenta, assuma come proprio l’odio e la violenza che tale pretesa scatena in lui se espressa o che scatenerebbe qualora fosse una pretesa rimossa.

Vorrei anche ricordare che sono da considerarsi violenza anche la manipolazione, la seduzione e addirittura il compromesso.

A questo punto per sciogliere la pretesa la proposta è di scendere nel dolore incistato dall'infanzia, esprimerlo per sentirlo e soprattutto perdonare chi non ha saputo o potuto esaudire le naturali esigenze di amore, contatto fisico e altro.


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