
Il materialismo dialettico
Reich afferma che vi è sempre stato un grave conflitto fra la posizione dei vitalisti e quella dei meccanicisti. Gli uni attribuivano lo sviluppo dell’organico a una entità suprema e allo scopo che tale entità attribuiva alla vita. Gli altri attribuivano tutto al caso, al puro materialismo e paragonavano sempre più l’essere umano a una macchina, seppure assai complessa.
Reich, invece, sposa il pensiero del materialismo dialettico e lo riporta in chiave biologica. La vita segue uno sviluppo che si può spiegare con i principi fondamentali dei sistemi dialettici.
Esistono, quindi, per Reich:
- l’antitesi dei sistemi;
- l’antitesi dissociativa;
- l’antitesi genetica;
I primi due appartengono al mondo dell’inorganico e dell’organico, mentre il terzo è prerogativa solo del mondo organico, cioè vivente.
L’antitesi dei sistemi afferma che quando si scontrano due campi (sistemi A e B) ne scaturisce una terza forza C. Per esempio, l’antitesi fra forze centrifughe e centripete che regolano l’universo.
L’antitesi dissociativa si ha invece in situazioni come quella del ferro quando si avvicina una calamita. Il ferro si magnetizza e si creano, allora, due direzioni opposte nel pezzo di ferro, prima uniforme. Allora l’ambiente (la calamita), rende magnetico il ferro in una antitesi esterna che diventa antitesi interna. L’antitesi dissociativa può anche verificarsi in alternanza fra unificazione e dissociazione come nel caso di una molla.
L’antitesi genetica è invece un’antitesi dissociativa interna che diviene esterna e avanza in progressione geometrica. Ne è un esempio la divisione cellulare. L’antitesi genetica che è propria solo degli esseri viventi, è caratterizzata quindi dalla progressione geometrica. Se paragoniamo la cellula alla molla ci accorgiamo della differenza. La molla non produce 2, 4, 8, 16, 32, 64 molle, la cellula invece sì.
Reich inoltre afferma che:
- da ogni dissociazione d’opposti si genera uno scarico d’energia (vedi il lavoro del magnete che sposta un altro pezzo di ferro), e nello stesso tempo la creazione di una nuova tensione che tende alla scarica;
- ogni unificazione d’antitesi rappresenta un legame d’energia libera, ossia una distensione;
ovulo e spermatozoo sono sistemi antitetici con notevole tensione energetica che tendono all’unificazione e alla fusione. Il rapporto antitetico prima esterno, con la fusione si trasforma in antitesi interna che porta alla dissociazione energetica (divisione cellulare), e allo sviluppo in crescita geometrica.
Quindi tutto ciò che vive deve avere un ritmo di base, una legge comune che non ha nulla a che fare con quella che gli abbiamo attribuito noi in chiave sociale, culturale, ideologica ecc.
Ma come nasce l’antitesi interna che porta alla differenziazione genetica e allo sviluppo?
Reich porta come esempio il bambino e l’impulso a sporcarsi con le feci e lo sviluppo di quest’impulso in creatività nel disegno.
Poi Reich conclude affermando che la vita organica si sviluppa da quella inorganica e contiene in sé le leggi della materia inorganica, ma nel processo evolutivo sviluppa leggi che sono assolutamente sue proprie e diverse da quelle da cui si è sviluppata.
Il vegetale è diverso dal terreno e dai liquidi che gli hanno permesso di svilupparsi.
La vita poi sviluppa la coscienza che è molto diversa dallo stadio precedente dal quale si è evoluta.
Anche la religione e il sesso nascono dallo stesso ceppo culturale per poi contrapporsi e combattersi per secoli in un’antitesi dissociativa. La stessa cosa accade nelle scienze. La psicoanalisi nasce dalla Psichiatria per poi contrapporsi ad essa. La Vegetoterapia nasce dalla psicoanalisi per poi contrapporsi al concetto psicoanalitico dell’istinto di morte. La contrapposizione nasce sempre da una tensione interna che non trova distensione opportuna.
Ma Reich afferma che non siamo noi a ragionare in termini dialettici ma è il processo stesso della natura che è dialettico. Tale processo produce tesi-antitesi e sintesi evolutiva creativa unificante.
Altri esempi di sviluppo dialettico in natura sono:
- l’antagonismo vago-simpatico
- le ramificazioni di:
- circolo sanguigno
- sistema nervoso
- struttura polmonare
- lato destro e sinistro del corpo
Anche nello sviluppo delle piante è osservabile lo stesso fenomeno. Basta osservare la ramificazione di un albero e quella d’ogni sua singola foglia.
Ma è importante ricordare che l’organismo, pur essendo in costante opposizione, è sempre un’unità funzionante in modo totalmente unitario.
La legge dialettica dello sviluppo consiste quindi in frammentazione-opposizione-riunificazione, ed è perciò fondamentale di ogni sviluppo organico.
Vi sono quindi caratteristiche fondamentali di tutto l’organismo e sono:
- la carica e la scarica;
- la tensione e la distensione;
- la contrazione e l’espansione.
Queste rappresentano la formula della vita che si esprime nell’identità funzionale e nell’antitesi funzionale. La stessa formula è conosciuta come tensione-carica-scarica-distensione, chiamata anche Formula dell’orgasmo; tutto ciò che vive segue la formula dell’orgasmo.
Noi tendiamo a vedere le cose in contrapposizione diverse e opposte anche se non lo sono.
Dice Osho ne La voce del mistero (ed. Mondadori 2001):
Nella vita, tutto è integrato. L’apparente diversità è come una grande sinfonia. Se elimini qualche nota, si perde tutta l’armonia.
Qualcuno potrebbe dire che il colore nero rappresenta il diavolo. Ecco perché a nessuno è consentito vestirsi di nero ai matrimoni; il nero è permesso quando muore qualcuno. Alcuni credono che il bianco sia un segno di purezza.
In senso simbolico va bene fare queste distinzioni, ma se qualcuno dovesse dire: «Liberiamoci dal nero, eliminiamolo dalla faccia della terra», ricorda che con l’eliminazione del nero resterebbe ben poco bianco; infatti il candore di quest'ultimo risalta in tutta la sua luminosità solo contro uno sfondo nero. L’insegnante scrive sulla lavagna con il gesso bianco. È forse impazzito? Perché non scrive su un muro bianco? Naturalmente è possibile scrivere su un muro bianco, ma le lettere non risalterebbero. Il bianco si nota a causa dello sfondo nero; è il nero, in realtà, che fa risaltare il bianco. Ricorda, il bianco dell’uomo che si inimica il nero si farà inevitabile smorto e opaco.
Se uno è contrario alla manifestazione della rabbia, il suo perdono sarà impotente. La forza del perdono risiede nella rabbia; solo chi riesce a essere arrabbiato ha il potere di perdonare.
Più violenta è la rabbia, maggiore è la magnanimità del perdono. Il potere stesso della rabbia conferirà splendore all’atto del perdono. In assenza di rabbia, il perdono apparirà del tutto opaco, vuoto, smorto.
Se il sesso di una persona viene annichilito, e ci sono modi per farlo, ricorda: ciò non farà di lui un brahmachari, un uomo casto, ma semplicemente un impotente. E tra le due cose c'è una fondamentale differenza. Trasformando il sesso, accettandolo e movendo la sua energia verso un livello superiore, è certamente possibile raggiungere il brahmacharya. Ma ricorda, la luminosità che scorgi negli occhi di un brahmachari, una persona casta, è proprio la luminosità dell'energia sessuale. L’energia è la stessa, ma trasformata.
Voglio dire questo: quelli che definiamo opposti non sono tali; la vita è retta da un ordine molto misterioso. In questo ordine misterioso gli opposti sono stati creati affinché le cose potessero esistere.
Ti sarà capitato di vedere un cumulo di mattoni ammassato davanti una casa in costruzione. Tutti i mattoni sono uguali. A quel punto l’architetto, l’ingegnere, per creare l’arco di una porta, li mette uno contro l’altro. I mattoni sono gli stessi, ma nel fare l’arco della porta egli li sistema l’uno contro l'altro affinché possano reggersi tra loro. Non riuscirebbe a costruire l’arco mettendo tutti i mattoni nello stesso ordine: crollerebbe immediatamente.
I mattoni posti nello stesso ordine non hanno né forza né resistenza. Ovunque c’è resistenza si crea una forza. Tutta la forza deriva dall’opposizione, tutta l’energia è prodotta dalla frizione. Nella vita, alla base della creazione dell’energia e della forza c’è il principio della polarità. I mattoni sono tutti simili, ma vengono disposti in modo opposto. Dio, il divino architetto della vita, è molto intelligente. Egli sa che la vita cesserebbe all’istante, si dissolverebbe immediatamente, se i mattoni non fossero disposti l’uno contro l’altro. Per questo ha opposto la rabbia al perdono, il sesso al brahmacharya e, a causa della resistenza presente in essi, si crea un’energia. E quell’energia è vita.
Egli ha posto i mattoni della vita e della morte insieme, l’uno di fronte all’altro, e in questo modo sono diventati entrambi un accesso alla vita.
Ci sono persone che dicono: «Accetteremo solo il mattone della vita, non quello della morte». Bene. Fate come vi pare.
Ma se non accettate la morte, morirete in quello stesso istante, perché tutti i mattoni che resteranno saranno dello stesso tipo.
Rimarrano solo i mattoni della vita, che crolleranno immediatamente.
Osho dice che vita e morte non sono due realtà opposte, contraddittorie, al contrario. Anche il caldo e il freddo sono solo gradi diversi della stessa cosa, non sono contradittori. La divisione tra loro è quantitativa, non qualitativa.
Vi ho riportato il pensiero di Osho per farvi notare l’impressionante somiglianza tra il suo pensiero e quello di Reich pur essendo persone estremamente diverse tra loro.