L’esame critico di alcuni concetti di Freud - prima parte
Indice
- Dal determinismo psichico al principio di libertà
- Dal principio del piacere al principio della gioia
- Il principio del piacere e il principio di realtà di Freud
Vediamo quali princìpi freudiani esamineremo in modo critico:
- l’esistenza dell’inconscio come serbatoio d’eventi e vissuti traumatici infantili e della sua influenza sulle nostre azioni e situazioni;
- l’esistenza di una componente istintuale, pulsionale che preme costantemente per soddisfare oggi i bisogni frustrati ieri, (il futuro Es);
- la presenza di un’istanza che fa da mediatore tra i bisogni pulsionali e le richieste dell’ambiente, in pratica: l’Io.
Il primo postulato stabilisce l’esistenza di una motivazione inconscia alla base degli eventi della vita, ovvero, secondo la psicoanalisi, tutto ciò che ci accade oggi è determinato da ciò che è accaduto a noi in passato.
Il secondo postulato stabilisce che l’apparato psichico funziona in base a una spinta primaria, quella di ottenere la gratificazione immediata dei propri bisogni. Il principio che regola questa modalità è definito come Principio del piacere poiché corrisponde alla ricerca del piacere e all’evitamento del dispiacere. Secondo Freud, l’Es funziona in conformità con questo principio per tutta la vita.
Il terzo postulato descrive l’Io come l’istanza che dapprima funziona in conformità al Principio del piacere, (Io immaturo), poi, a causa delle pressioni dell’ambiente è costretto ad adattarsi e a conformarsi alle richieste della realtà esterna, il principio che regola questa maturazione è definito come Principio di realtà, la ricerca del soddisfacimento rinvia il suo risultato in funzione delle condizioni imposte dal mondo esterno.
Secondo Freud il principio di realtà prevale su quello del piacere ma non lo soppianta. Il principio del piacere continua a essere il modo esclusivo di funzionamento in tutto un campo di attività psichiche dominato dai fantasmi e dalle fantasie e funzionante secondo le leggi del processo primario: l’inconscio. Senza il principio di realtà non vi sarebbe sviluppo delle sensazioni coscienti, attenzione, memoria, giudizio, pensiero.
Dal determinismo psichico al principio di libertà
L’uomo descritto da Freud, quindi, non può compiere scelte svincolate dai suoi bisogni inconsci, egli è determinato psichicamente a ripetere le sue esperienze piacevoli e spiacevoli. L’uomo cioè può anche sentirsi colpevole ma non è responsabile.
Egli è vittima delle sue pulsioni, vittima dell’istinto di morte, vittima dei suoi traumi e dei suoi condizionamenti, vittima del padre e della madre. Si sente così, giustificato e legittimato ad agire con prepotenza, arroganza, violenza e brama di vendetta continuando a considerarsi, nel suo intimo, completamente innocente.
Siamo d’accordo con questa visione dell’uomo?
No, noi diciamo con Antonio Mercurio che così la Psicoanalisi divora le parti migliori dell’uomo e lo rende impotente, perché lo culla nel suo vittimismo.
È vero, siamo condizionati dal nostro passato, anzi, noi andiamo anche più in là di quanto abbia intuito Freud perché crediamo che il condizionamento cominci prima ancora di essere concepiti e prosegua nell’utero materno e sia confermato con forza nei primi cinque anni di vita. Ne siamo talmente convinti, che su noi stessi e nel nostro lavoro diamo ampio spazio alla lenta e capillare ricostruzione della mappa dei nostri condizionamenti inconsci, anche attraverso la memoria del corpo, perché non si può accettare né trasformare ciò che non si conosce. Sì, Freud ha descritto molto bene la nostra psiche ma crediamo che l’uomo non possa essere ridotto alla sua dimensione psichica perché in essa non vi è spazio per il libero arbitrio.
Quindi, in risposta al determinismo psichico freudiano, noi proponiamo un altro principio: il Principio di libertà.
La libertà è la capacità di superare totalmente o sostanzialmente i condizionamenti, e se noi crediamo che l’uomo sia potenzialmente libero dai suoi condizionamenti psichici allora lo crediamo capace di scegliere, quindi affermiamo che egli è responsabile delle sue azioni e delle sue situazioni.