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La conversione

Di Alessandro Santini

Definizione

Per conversione s’intende quel processo automatico e involontario in cui un impulso rimosso è espresso nella forma dissimulata e simbolica di un particolare disturbo somatico, che di solito riguarda il sistema sensoriale o volontario.

Certamente ricorderete che con la rimozione, l’impulso proibito, libidico o aggressivo, è escluso dalla coscienza così che la persona non presenta alcun conflitto o sintomi manifesti.

Tuttavia, abbiamo osservato che in talune condizioni la rimozione perde un po’ della sua efficacia e, in tal caso, vengono chiamati in causa meccanismi di difesa ausiliari. Quando il meccanismo che interviene è la conversione succede che l’impulso proibito gode di una certa libertà d’espressione rimanendo, tuttavia, escluso dalla coscienza.

In particolare, avviene che l’impulso proibito si manifesti sul piano somatico sottoforma di sintomo o di una classe di sintomi. Tali sintomi altro non sono, dunque, che l’espressione in forma mascherata e simbolica dell’impulso proibito sfuggito dalle maglie della rimozione.

Per Freud, la concezione teorica che è alla base della conversione, è di natura economica: l’energia libidica distaccata dalla rappresentazione rimossa si converte in energia d’innervazione somatica.

Tuttavia, quest’interpretazione economica è inseparabile da una concezione simbolica, infatti, la rappresentazione rimossa utilizza il linguaggio del corpo per la sua espressione.

Tutti i sintomi di conversione e i sintomi psiconevrotici in generale, sono formazioni di compromesso, ove il compromesso è tra le pulsioni istintuali e forze difensive dell’Io.

Qualcosa d’analogo accade nel sogno, dove l’impulso, deformato dalle funzioni dello spostamento e della condensazione, trova espressione in equivalenti simbolici.

Il meccanismo della conversione lo possiamo trovare in molti stati psicopatologici, ma esso è caratteristico delle nevrosi isteriche e in particolare dell’isteria di conversione. Nell’isteria d'angoscia, invece, non sono presenti sintomi di conversione.

La conversione viene generalmente distinta dalla somatizzazione. Per Gabbard (1995, p. 31) la somatizzazione è un meccanismo di difesa, tipico dei pazienti ipocondriaci, in cui sentimenti dolorosi vengono trasferiti a parti del corpo.

Esempio di conversione: supponiamo di avere una persona che presenta una paralisi alle mani. Le mani sono bloccate in una posizione adunca, come nell’atto dell’afferrare. Se questo è un sintomo di conversione, esprime un impulso proibito in modo simbolico.

In questo caso l’impulso proibito potrebbe essere un impulso distruttivo di tipo omicida: il desiderio di strangolare una persona. L’impulso, dunque, da una parte trova espressione, ma la paralisi impedisce che sia messo in atto o riconosciuto sul piano cosciente.

Alcuni sintomi tipici della conversione

I sintomi tipici della conversione possono essere divisi in tre tipologie:
  • disturbi sensoriali, come anestesia, dolore, iperestesia, sordità, cecità;
  • disturbi motori, come paralisi, debolezza, movimenti involontari come convulsioni e tic;
  • disturbi psicosomatici, che però sono espressione simbolica di conflitti inconsci. Tra questi possiamo annoverare certi tipi d’impotenza, asma, mal di testa, disturbi digestivi.
















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