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L’assoluto e la menzogna esistenziale

di Antonio Mazzetti

Indice

Il concetto di assoluto

Il concetto mercuriano di assoluto si esplica in molteplici sfaccettature e cioè:

  • è assoluta la pretesa dell’io psichico di godere di un continuo e assoluto benessere psichico e fisico;
  • è assoluta la pretesa del tutto e subito;
  • è assoluto il voler essere libero da ogni limite e di avere e contenere in sé tutto indipendentemente da ogni confronto;
  • è assoluto il non aver bisogno di niente e di nessuno;
  • è assoluto il giudice implacabile, verso noi stessi e verso gli altri, che ci portiamo dentro;
  • è assoluto il disprezzo per la vita;
  • è assoluto l’isolamento orgoglioso;
  • è assoluto il credere di non sbagliare mai;
  • è assoluto il voler imporre sempre agli altri la propria legge e le proprie volontà;
  • è infine assoluta la verità parziale che l’uomo adotta come verità assoluta per costruirsi una maschera con la quale nega la verità e il principio di realtà e si costruisce un utero fantasmatico per difendersi dal dolore che provocano.

Uscire dall’assoluto è imparare a fare quel passaggio di umiltà che ci consente di uscire dall’utero fantasmatico che ci siamo costruiti, e nascere così finalmente, completamente e interamente alla vita.

Rimanere nell’assoluto, invece, significa negare l’esistenza del proprio lato oscuro, delle proprie debolezze e dei propri vizi, della propria ombra, come direbbe Jung.

Rimanere nell’assoluto con orgoglio e con pretesa significa costruirsi un falso sé, come direbbe Winnicott, e un ideale di perfezione assolutamente inattaccabile.

La menzogna esistenziale

Chiamiamo quindi, come Mercurio ci ha insegnato, menzogna esistenziale quella menzogna con la quale l’uomo mente a sé stesso, non sa di mentire e lo fa per difendersi dalla verità e dall’angoscia di morte.

Purtroppo la menzogna esistenziale e le sue maschere servono anche per imporre agli altri la propria volontà di dominio. L’uomo che vive nella menzogna esistenziale, si rifiuta di nascere e di passare dallo stadio dell’io fetale allo stadio dell’io adulto.

Chi è immerso nella menzogna esistenziale non è ancora nato: lo è fisicamente, solo parzialmente in chiave psichica, ma non è ancora nato spiritualmente.

La menzogna esistenziale non è però una menzogna di parole, ma va ricercata nei fatti che costellano la nostra intera esistenza. Spesso la menzogna riguarda proprio fatti interni e invisibili della nostra vita; è lì che noi mentiamo a noi stessi e non sappiamo di mentire. È lì che proiettiamo le colpe sugli altri e rifiutiamo di vedere le nostre reali responsabilità antiche ed attuali della nostra esistenza.

Mercurio dice di «usare l’odio per estrarre la verità dalla menzogna», un’arte molto difficile da apprendere. Inoltre la menzogna esistenziale non è il frutto di una decisione cosciente presa dall’io di mentire a sé stesso o agli altri, bensì il risultato di moltissime decisioni, prese già nella primissima infanzia, se non addirittura nell’utero materno e quindi non possiamo averne alcun ricordo né coscienza.

Conoscere le nostre menzogne esistenziali

Dice quindi Mercurio che, per conoscere le proprie menzogne esistenziali, è necessario ricorrere al ragionamento profondo, che rappresenta il nostro potere maschile, fuso con il sentire profondo che rappresenta il nostro potere femminile, non è possibile ricorrere ai ricordi.

Un parziale aiuto può venire dalla Primal Therapy che fa leva sui ricordi non coscienti del corpo ossia della cosiddetta memoria corporea, di cui parla anche W. Reich

È fondamentale allora indagare sui fatti e sulle situazioni della nostra vita e delle nostre relazioni, ragionando sulle scelte di fondo che le determinano e sulle loro conseguenze sia positive che negative.

È necessario che l’indagine approfondita riguardi inoltre il collegamento di fatti e situazioni col passato e con la primissima infanzia e soprattutto con le scelte coscienti e inconsce di allora.

Solo così possiamo scoprire e riconoscere come le nostre scelte abbiano determinato e determinano la fluidità, la bellezza o bruttezza della nostra vita (Louise Hay).

Libertà e verità

Mercurio insegna ancora che «tutti vogliamo la libertà ma solo la verità ci rende liberi, non la falsità». Esistono infatti diverse interpretazioni del concetto di libertà, ma uno solo è vero e corrisponde quello che ci rende veramente liberi.

Altre interpretazioni ci fanno vivere la vita soltanto secondo il nostro totale piacimento o il nostro totale perfezionismo narcisistico.

Nel primo caso, cioè quello della libertà autentica, seguiamo il progetto del nostro sé e le leggi della vita e così facendo ci rendiamo veramente liberi.

Nell’altro caso seguiamo il mero principio del piacere scegliendo direzioni di vita molto lontane dal sé, in contrasto con le leggi della vita e rendendo impossibile il raggiungimento della gioia e della realizzazione spirituale.

È vero che veniamo da un lunghissimo periodo storico di repressione a tutti i livelli delle libertà individuali, come ci ricorda anche W. Reich con la repressione sessuale e le colpevolizzazioni da parte delle varie chiese, oppure le repressioni civili imposte dal fascismo e dallo stalinismo. Ma la ribellione attuale, pur se può essere vista come una fase di rottura necessaria, rischia di divenire perenne e quindi allontanarci sempre più dal nostro sé, dalle leggi della vita e quindi dalla vera umanità.

Non è possibile contrapporre il piacere malsano alla responsabilità, l’infantilismo alla crescita evolutiva, la licenza sessuale alla realizzazione della autentica e naturale libertà sessuale. Non si può trovare la gioia attraverso scelte di piacere malsano.

Credo tuttavia che una fase di ribellione reattiva, se vissuta consapevolmente e perciò sofferta, possa essere indispensabile nel momento in cui, in un percorso di crescita, vogliamo superare tabù e sensi di colpa, ma è fondamentale non rimanerci invischiati per sempre, perdendo consapevolezza di sé e bloccando l’evoluzione psichica e spirituale.

Quindi opporre il piacere al dovere può diventare una grave menzogna esistenziale. È necessario, dice Mercurio, liberare l’Io dall’oppressione del Super Io, ma non è bene sostituire l’Io con l’ideale dell’Io, alimentando in questo modo il perfezionismo.

Antonio Mercurio propone infine un decalogo, ritratto dell'uomo contemporaneo, ovvero dieci punti di riflessione per meglio capire cosa sia la menzogna esistenziale.

A conclusione di questo articolo ve lo riporto integralmente, sperando che possa essere un autentico spunto di riflessione per il vostro lavoro e la vostra crescita esistenziale.

Ritratto dell’uomo contemporaneo

Dieci punti di riflessione per capire meglio cos’è la menzogna esistenziale, nella quale viviamo immersi come pesci nell’acqua:
  1. io sono l’Assoluto e tutti devono inchinarsi davanti a me e adorarmi come un Dio. Chi si oppone sarà schiacciato come un verme;
  2. quello che io penso e quello che io sento, questa è la verità. Io non mento mai, io sono la Verità. Gli altri, hanno sempre torto. Io non mi sposterò mai di una virgola dal mio punto di vista. Chi non mi riconosce non ha diritto di esistere. Io non devo riconoscere nessuno. Tutto mi è dovuto;
  3. io sono innocente, anzi la vittima innocente; gli altri sono sempre colpevoli. Io non voglio che vivano e li ucciderò con il veleno del mio odio e del mio disprezzo. Io sono il Giusto e sto sempre nel giusto. Chi mi fa torto la pagherà cara in eterno. Non c’è riparazione alcuna che possa mai placarmi;
  4. si deve fare solo la mia volontà e chi non vuole piegarsi, sarà eliminato per sempre. Le mie armi? La seduzione, la fallicità, il ricatto e le minacce;
  5. esisto solo io e tutti gli altri sono al mio servizio. Chi si ribella e non vuole servirmi lo condannerò all’inferno. I miei bisogni e le mie proiezioni davanti a tutto! Gli altri sono il mio tappeto e io sono uno schiacciasassi;
  6. tutto quello che esiste è mio. Quello che non mi appartiene lo rubo e, se non posso rubarlo, lo distruggo o lo mando in malora. Non c’è nulla che possa curare la mia invidia. Non c’è nulla che possa saziare la mia avidità e la mia voracità;
  7. io sono la legge. Non c’è nessuna legge al di sopra di me. Le regole del gioco le detto sempre io e le cambio quando mi pare. Io sono il potere. Non c’è nessun potere al di sopra del mio. Tutti devono obbedirmi; io non devo obbedire a nessuno;
  8. io sono un puro, sono un santo e la mia santità è in ogni luogo. La mia onorabilità è il mio valore supremo. L’inconscio? Io non ce l’ho. Gli altri sì che ce l’hanno ed è pieno di odio e di malvagità. Se non ritrattano pubblicamente le loro colpe, li punirò con il giudizio universale; Io sono il più forte, lo dice il codice penale.
  9. io sono sempre perfetto. Io non devo correggermi di nulla. Non devo migliorare in nulla. Non devo chiedere scusa di nulla, non devo mai farmi perdonare nulla;
  10. io non voglio morire. Io non posso morire. Io sono l’eterno. Nutrirò la mia eternità con l’eccidio degli altri.





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